centro storico, collinare, lineare, Casole Bruzio, Triginta Casulae (denominazione storica) (X)
https://w3id.org/arco/resource/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1800174238 entità di tipo: ArchitecturalOrLandscapeHeritage
Casole Bruzio, Triginta Casulae (denominazione storica)
enit
centro storico, collinare, lineare, Casole Bruzio, Triginta Casulae (denominazione storica) (X)
Casole Bruzio è, oggi, il centro storico della omonima località del comune di Casali del Manco, giovane comune formatosi nel 2017 (fino ad allora era comune a sè). Il centro storico appare policentrico, frammentato in due nuclei di cui il primo lineare lungo lo sviluppo del percorso matrice e il secondo a fuso con punto di sviluppo la chiesa di Santa Marina Vergine. Il tessuto edilizio è minore, con tipologie unicellulari e a schiera rifuse in cortina. Oltre alla chiesa di Santa Marina Vergine (edificata probabilmente intorno all'anno 1000), di rilievo anche la chiesa dell'Assunta (del '500) e di San Leonardo. Fra l'edilizia civile, invece, si annovera il palazzo Casole o Tirelli
centro storico collinare, lineare
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La fondazione di Casole Bruzio, con il nome di Triginta Casulae, è avvenuta tra la fine del III e l'inizio del II secolo a.C., ad opera dei Bruzi nel territorio attualmente corrispondente alle frazioni di Casole Bruzio e Trenta. Certamente a partire dal 986 il paese fu popolato da gruppi di cosentini che si rifugiavano sulle colline al fine di scappare dalle invasioni del saraceno Abitul Casim. Scriveva Gabriele Barrio, erudito del '500, che il territorio cosentino contava circa cento borghi, molti per grandezza uguali a villaggi, divisi in ventidue Baglive (la Bagliva era la giurisdizione fiscale introdotta al tempo dei Normanni). Quei borghi, in parte scomparsi, formano oggi i comuni dell'hinterland cosentino: tra questi il comune di Casali del Manco il cui nome, appunto, è a memoria di tali eventi. Scongiurato il pericolo delle invasioni turche e iniziata la ricostruzione di Cosenza, non vi fu quel riflusso verso la città e i Casali rimasero abitati, seguendo le vicissitudini della "madre" Cosenza e delle sue dominazioni. In quel tempo c'era anche l'"Universitas Casalium", ente per la gestione dei territori della Sila. Ogni Casale aveva il suo "Parlamento", che eleggeva il "Mastrogiurato" nonché i rappresentanti da inviare al Consiglio dell'Università che si riuniva nella Chiesa Madre di Cosenza. Il Parlamento del casale si riuniva invece al suono della campana o nella propria chiesa principale o sul sagrato della stessa. Sotto la dominazione spagnola fu venduto al marchese Vincenzo Salvati, Granduca di Toscana che insediò a Casole la sede degli armati alle dipendenze del Governatore generale residente a Celico. Nel 1647, dopo la rivolta di Celico, tornò sotto il dominio Regio. Nel 1657 fu colpito da una grave pestilenza. Nel 1820 fu elevato a comune con giurisdizione su Magli e Verticelli e, con regio decreto, assunse la denominazione attuale nel 1864. Il borgo assume rilevanza storica in quanto, il 30 agosto 1841, vi nacque Maria Oliverio, detta Ciccìlla, brigantessa postunitaria della banda di Pietro Monaco
Casole Bruzio è, oggi, il centro storico della omonima località del comune di Casali del Manco, giovane comune formatosi nel 2017 (fino ad allora era comune a sè). Il centro storico appare policentrico, frammentato in due nuclei di cui il primo lineare lungo lo sviluppo del percorso matrice e il secondo a fuso con punto di sviluppo la chiesa di Santa Marina Vergine. Il tessuto edilizio è minore, con tipologie unicellulari e a schiera rifuse in cortina. Oltre alla chiesa di Santa Marina Vergine (edificata probabilmente intorno all'anno 1000), di rilievo anche la chiesa dell'Assunta (del '500) e di San Leonardo. Fra l'edilizia civile, invece, si annovera il palazzo Casole o Tirelli
Casole Bruzio Triginta Casulae (denominazione storica)
1800174238
centro storico collinare, lineare