profeta (miniatura) di Lorenzo Monaco (e aiuti) (primo quarto sec. XV)

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miniatura, c. 95v profeta
enit
profeta (miniatura) di Lorenzo Monaco (e aiuti) (primo quarto sec. XV) 
ca 1420-ca 1423 
Iniziale fogliata media con figura e caudata D(ominus illuminatio mea), rubr. Dominica IIII post Pentecoste. Introitus. Corpo della lettera verde con foglie che vanno a formare il fregio entro il quale si colloca una figura maschile dalla lunga barba. Sul fondo, isolato da una cornice geometrica, è un profeta rappresentato di tre quarti che crea un gesto con le mani tale da rendere l’idea del movimento. Indossa il turbante, il mantello, una tunica gialla con le bordature decorate, stretta in vita da un nastro annodato 
miniatura 
Bargello Libri miniati 8 
00645746 
09 
0900645746 
Il Graduale H fa parte del ciclo di libri corali realizzati per la chiesa di Sant’Egidio dell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze grazie alle donazioni testamentarie dei fratelli Baroncelli risalenti al 1382. Il codice è un Diurno domenicale (D'Ancona 1914, V. II, pp. 138-141 n. 146) e contiene la seconda parte del Proprio del tempo dalla Pasqua alla ventiquattresima domenica dopo la Pentecoste, riproducendo i testi dei Codd. Cor. 3 e Cor. 4 della Laurenziana (Kanter in Painting and Illumination, pp. 287-293). L’intero corredo liturgico venne commissionato a Lorenzo Monaco e Bartolomeo di Fruosino, che lavoravano entrambi all’interno del monastero di Santa Maria degli Angeli, ma la loro decorazione miniata si protrasse per diversi anni, anche a causa di interruzioni dovute alle commissioni per il loro stesso monastero; di conseguenza, questo Graduale appartiene alla seconda fase dei lavori, caratterizzata da una maggiore eleganza compositiva e del modellato. L’attribuzione di questo codice a Lorenzo Monaco risale al Vasari (Vasari-Milanesi 1878-1885) che cita quarantotto miniature e indica tutte quelle a piena pagina: una descrizione che riamane oggi un documento utile per il riconoscimento delle sette carte tagliate e disperse in diversi musei o in collezioni private. Nel Graduale, infatti, rimane soltanto la Resurrezione a c. 3v e delle numerose miniature a piena pagina ritagliate sono state rintracciate la Pentecoste (c. 60v, Detroit Institute of Arts), la Trinità (c. 81v, Parigi, Musée Marmottan, Coll. Wildenstein), due figure di Profeti (c. 43r, Washington, National Gallery of Art; c. 122v, The Cleveland Museum of Art) e un Cristo benedicente attualmente presso Jörn Günther ad Amburgo (c. 13v; Kanter, in Painting and Illumination, p. 288; Labriola, in Lorenzo Monaco, p. 300). Le altre miniature dovevano essere, con ogni probabilità, il Corpus Domini (c. 87v) e l’Ascensione (c. 40r) dalla quale dovrebbero provenire i due ritagli al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Kanter, in Painting and Illumination, p. 288; Labriola, in Lorenzo Monaco, p. 300-302, figg. XIIIc, XIIId) con fregi che corrispondono ad una tipologia simile all’unico superstite a c. 3v ed alle tracce lasciate sulle carte speculari a quelle oggi mancanti. La mano del Maestro è stata da sempre riconosciuta unanimemente dagli storici dell’arte (Sirén 1905; Van Marle 1927; Golzio 1931; Ciaranfi 1932; Berenson 1932; Berenson 1936; Berenson 1963; Salmi 1954) e il D'Ancona (1914) lo giudicò come il migliore dei Corali provenienti da Santa Maria Nuova, il cui stile si distingue per l'ampiezza dei drappeggi, per le lumeggiature ai bordi delle vesti, per l'incarnato terreo ravvivato da lievi tonalità rosee sul fondo preparato di verdolino, per il modo in cui esegue le barbe a punteggiature con biacca. Confrontando i corali con quelli della Laurenziana, distingue la mano di Lorenzo da quella del miniatore del Corale 3, che giudica differente da questo del Bargello, la cui autografia è supportata anche dalla documentazione. Più problematica è stata la questione della datazione poiché in un primo momento fu ritenuto opera piuttosto giovanile, e riferito ai documenti del 1412-1413, ma Toesca (1951) e la Levi D’Ancona (1958; 1994; in Corali Monastero 1995) ne spostarono la realizzazione agli anni 1423-1424, ritenendolo un’opera di collaborazione con Bartolomeo di Fruosino (Boskovits 1972, p. 47) e Matteo Torelli (Kanter, in Painting and Illumination, pp. 292-293). Boskovits (1972) anticipa l’opera fino al 1405-1410 giudicandola interamente autografa e relegando l’intervento di Bartolomeo alle sole testine entro i fregi. Ai collaboratori spetterebbe, quindi, la parte decorativa delle iniziali nei cui fregi si intrecciano le figurine dei profeti che hanno la funzione di riportare l’attenzione dell’osservatore alla scena o al personaggio sul fondo della lettera. La Labriola (in Lorenzo Monaco, p. 92) concorda con le ipotesi della tarda realizzazione dell’opera nella quale riconosce lo stile ormai maturo dell’artista intorno agli anni 1420-1422, soprattutto per la forte drammaticità espressa dai corpi sinuosi dei Profeti e delle Sibille (così chiamate dal D'Ancona 1914) i cui volti trasmettono quell’inquietudine che Lorenzo aveva sempre cercato di rendere nella caratterizzazione dei suoi personaggi. I Profeti diventano, così, una galleria di personaggi che ‘animano’ le lettere del Graduale e, talvolta, sembrano giocare con esse sporgendosi dai loro corpi in modo quasi incuriosito, quasi cercando di ‘spiare’ l’osservatore che si accinge a leggere. Il codice rimase nell'Ospedale di Santa Maria Nuova fino alle soppressioni napoleoniche del 1803 e dal 1825 al 1902 fu depositato presso la Galleria degli Uffizi. Il 1 aprile 1900 i due rami del Parlamento italiano approvarono il disegno di legge concernente l'acquisto di opere d'arte appartenenti all'Ospedale (Ridolfi 1902) e nel 1902 il Corale entrò a far parte della collezione del Bargello 
11I16 
profeta 
Iniziale fogliata media con figura e caudata D(ominus illuminatio mea), rubr. Dominica IIII post Pentecoste. Introitus. Corpo della lettera verde con foglie che vanno a formare il fregio entro il quale si colloca una figura maschile dalla lunga barba. Sul fondo, isolato da una cornice geometrica, è un profeta rappresentato di tre quarti che crea un gesto con le mani tale da rendere l’idea del movimento. Indossa il turbante, il mantello, una tunica gialla con le bordature decorate, stretta in vita da un nastro annodato 
c. 95v 
profeta 
Firenze (FI) 
0900645746-2.21 
miniatura 
proprietà Stato 
pergamena/ pittura a tempera 
pergamena/ miniatura 
gesso/ doratura 
bibliografia specifica: Berenson B - 1936 
bibliografia specifica: Ridolfi E - 1899 
bibliografia specifica: Toesca P - 1951 
bibliografia specifica: Berenson B - 1932 
bibliografia specifica: Berenson B - 1963 
bibliografia specifica: Siren O - 1905 
bibliografia specifica: Vasari G - 1878-1885 
bibliografia specifica: Van Marle R - 1923-1938 
bibliografia specifica: Eisenberg M - 1989 
bibliografia specifica: D'Ancona P - 1914 
bibliografia specifica: Golzio G - 1931 
bibliografia specifica: Lorenzo Monaco - 2006 
bibliografia specifica: Painting Illumination - 1994 
bibliografia specifica: Boskovits M - 1972 
bibliografia specifica: Levi D'Ancona M - 1958 
bibliografia specifica: Mostra storica - 1953 
bibliografia specifica: Salmi M - 1954 
bibliografia specifica: Andreucci O - 1871 
bibliografia specifica: Bellosi L - 1984 
bibliografia specifica: Arti Firenze - 2009 
bibliografia specifica: Ciaranfi A.M - 1932 
bibliografia specifica: Corali monastero - 1995 
bibliografia specifica: Levi D'Ancona M - 1994 
bibliografia specifica: Petrioli Tofani A. M - 1967 
bibliografia specifica: Dizionario biografico - 2004 
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